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INVESTIRE IN CRIPTOVALUTE: COME EVITARE E RICONOSCERE LE TRUFFE

Una criptovaluta è una moneta digitale o virtuale progettata per essere uno strumento di scambio commerciale, alla pari di una banconota fisica, ma con la differenza, rispetto a quest’ultima, di essere dematerializzata.

La prima vera moneta virtuale è stata introdotta nel mercato nel 2009, da un programmatore anonimo che creò il famoso Bitcoin.

Inizialmente il mercato non era propenso a questa innovazione ma, negli anni, un gran numero di negozi e servizi, sia online che offline, hanno iniziato ad accettare il Bitcoin come metodo di pagamento. 

L’introduzione della prima criptovaluta ha portato alla nascita di un paradigma del tutto nuovo: denaro digitale decentralizzato e indipendente, non esistente in forma fisica e non controllato da una singola entità. 

Queste caratteristiche non potevano che sollevare grosse perplessità di regolamentazione da parte dei vari Governi ed Enti.

La natura decentralizzata e totalmente anonima della valuta virtuale ha suscitato molta preoccupazione soprattutto per il controllo fiscale; in effetti, a ben guardare, la moneta digitale potrebbe essere sfruttata per portare a termine scambi di beni e servizi illegali, oppure, facilitare il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale.

Eppure, nonostante l’astrattezza della moneta virtuale e l’assenza di una normativa uniforme tra stati, negli ultimi anni la popolarità delle criptovalute è aumentata sempre più, tanto da costringere le autorità statali di tutto il mondo a studiare e comprendere il concetto stesso di moneta digitale e come includerlo all’interno delle normative e degli assetti legislativi già esistenti. Si tratta comunque di un mercato solo parzialmente regolato, con normative e tutele diverse di stato in stato.

In Europa, a partire dal 2015, le varie istituzioni hanno varato diversi pacchetti di norme (regolamenti e direttive) per tentare di uniformare a livello europeo il funzionamento e lo scambio delle criptovalute. Le linee guida europee sono state nel tempo recepite dai vari stati membri che, di volta in volta, hanno aumentato le tutele degli investitori. Nell’ aprile del 2023 il Parlamento europeo ha approvato un importante pacchetto di norme per tracciare i trasferimenti di criptovaluta e prevenire il riciclaggio di denaro; inoltre sono state varate nuove regole su vigilanza e protezione dei consumatori

Si tratta di un importante passo avanti in materia di tutela degli investitori; tra i cittadini europei, infatti, oltre il dodici per cento dei polacchi ed il dieci per cento degli spagnoli dichiara di possedere criptovalute, ed anche in Italia la “febbre del BitCoin” parrebbe riguardare l’otto per cento della popolazione, ovvero quasi cinque milioni di persone.

Fatte queste doverose premesse storico normative, è bene approfondire il fenomeno dell’investimento in criptovalute dal punto di vista del rischio e dei possibili reati: molte persone, infatti, credono che le criptovalute siano la miglior opportunità d’investimento al momento disponibile. 

In rete è possibile leggere innumerevoli storie di persone divenute milionarie grazie al Bitcoin (e altre monete similari); questa valuta digitale è sicuramente la più conosciuta, ed effettivamente, se qualche anno fa il suo valore ammontava a circa 750 euro (dicembre 2013), oggi servono ben 37.000,00 euro circa per acquistare 1 Bitcoin.

Questi dati possono sembrare allettanti per un investitore che cerca il cd. “guadagno facile e veloce”, ma in realtà, dietro all’acquisto di criptovalute si nasconde un investimento ad altissimo rischio.

Il valore di mercato delle criptovalute fluttua continuamente, più di qualsiasi altro bene, pertanto, come sempre per gli investimenti, vale la regola secondo cui bisogna stabilire in anticipo la propria propensione al rischio e investire solo quanto si è teoricamente disposti a perdere.

Al di là di queste considerazioni puramente economiche, va precisato che chi desidera acquistare criptovalute ha bisogno di un wallet, vale a dire di un portamonete digitale. Alla pari di un portafogli fisico, lo smarrimento e il furto sono rischi che devono essere prevenuti con misure di sicurezza apposite; basterebbe un attacco hacker per svuotare il vostro portafoglio virtuale e perdere l’intero patrimonio investito.

Il furto del portafogli virtuale è un vero e proprio reato, uno dei più diffusi nel cybercrimine; il furto ad opera degli hacker può avvenire sia tramite attacco alle piattaforme di trading, con il quale l’investitore scambia la moneta virtuale, sia direttamente dal sistema informatico della vittima, sfruttandone la vulnerabilità in assenza di software antivirus adatti.

Attenzione anche ai reati di furto di identità e di password tramite email e sms, che spesso invitano a collegarvi a siti truffa; diffidate inoltre dalle finte telefonate che riguardino improvvisi controlli di sicurezza e supporto tecnico da parte di istituti di credito. 

Se nonostante gli accorgimenti siete state vittime di reato, non rimarrà altro da fare che denunciare il fatto alle autorità competenti; tenendo presente che difficilmente la denuncia porterà a indagini da parte delle autorità o al recupero del maltolto.

Oggi, le piattaforme che consentono di fare trading online di moneta virtuale, quasi sempre, offrono assicurazioni ad hocper coprire le perdite subite dalle vittime di tali reati; questa resta la miglior tutela per chi vuole investire autonomamente in criptovalute ed essere indenne dal rischio di furto.

Il primo consiglio è quindi quello di stipulare una copertura assicurativa per tutelarsi da tale reato; il secondo, è quello di salvare il contenuto del proprio portafogli virtuale in un dispositivo di memoria esterno come chiavette USB o hard disk crittografati.

Il terzo consiglio è quello di non fare da sé; se proprio volete investire in criptovalute affidatevi a intermediari autorizzati; questi, oltre ad avere le competenze necessarie, hanno tutta una serie di adempimenti ed obblighi di legge da rispettare nei confronti dell’investitore.

Altre tipologie di reati, legati allo scambio di criptovalute, sono quelli che si basano sulla manipolazione con cui il criminale cerca di convincere la vittima a trasferire direttamente un certo importo di moneta virtuale. Questo gruppo ricomprende reati quali truffe, scommesse illegali, pedopornografia, compravendita di merci o servizi illegali, estorsione.

Sono tutti reati che il nostro codice penale prevede e punisce severamente ma, il problema principale, resta quello della identificazione del soggetto che ha commesso il reato; è, infatti, molto semplice per i cybercriminali muoversi in questo “mercato virtuale” in pieno anonimato.

A cosa prestare attenzione, dunque, per evitare di cadere in questi raggiri e quali sono i più comuni:

  • Social network e personaggi famosi: i truffatori di criptovalute utilizzano spesso i social media per promuovere i loro schemi fraudolenti. Diffidare ad esempio di personaggi noti o influencer che contattano in privato poiché spesso si tratta di account non autentici che mirano a truffare le vittime.
  • Ricatti ed estorsioni: i truffatori minacciano di divulgare registrazioni o immagini compromettenti della vittima (spesso inesistenti) e chiedono le chiavi di accesso o direttamente un riscatto in criptovalute in cambio del silenzio. Queste frodi avvengono via mail o sms.
  • Rendimenti garantiti e alti guadagni: è buona norma diffidare da aziende o opportunità che promettono ritorni garantiti o ricchezza immediata; se sembra troppo bello per essere vero, è probabile che lo sia. 
  • Pubblicità massiccia sulla rete e via SMS: pubblicizzando massicciamente una criptovaluta, i truffatori ne fanno lievitare il valore. Quando il prezzo ha raggiunto il valore di loro interesse, vendono improvvisamente tutte le monete in loro possesso, causando un crollo dei prezzi e facendo perdere denaro agli investitori; si tratta di un vero e proprio schema “truffa” cd. Pump and dump – pompa e sgonfia”. Se avete visto il film “The Wolf of Wall street” di M. Scorsese, con protagonista Leonardo Di Caprio, sapete di cosa stiamo parlando.

In conclusione, la legge fondamentale dei mercati ci ricorda che a grandi possibilità di guadagno corrispondono grandi rischi; per muoversi autonomamente in un mercato ricco di opportunità ma anche di truffe, è necessario avere le competenze adeguate in materia finanziaria, informatica e giuridica.