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Educazione Finanziaria e mala gestio delle banche italiane fallite
Luigi Russo

Successivamente al 2008, anno in cui si è verificata la caduta delle Banche Americane, caduta della quale abbiamo trattato nel precedente articolo del 13 giugno scorso, l’educazione finanziaria è diventata un tema di crescente importanza a livello globale. 

Tuttavia, in Italia come in molti altri paesi, l’educazione finanziaria non è sempre stata al centro delle politiche educative, anzi. E ciò ha contribuito a una diffusa mancanza di competenze finanziarie tra la popolazione, rendendola vulnerabile a errori di gestione e a comportamenti imprudenti messi in atto da terzi.

Parallelamente, il sistema bancario italiano ha vissuto negli ultimi 40 anni una serie di crisi che hanno portato anche al fallimento di diverse banche. Questi fallimenti sono spesso stati il risultato di una mala gestio, ovvero una cattiva gestione da parte degli amministratori e dei dirigenti bancari, che ha aggravato la fragilità del sistema economico e finanziario del paese. 

Lo stretto legame tra la scarsa educazione finanziaria dei cittadini e la mala gestio delle banche costituisce un quadro molto complesso, che merita di essere approfondito per due ragioni: la prima riguarda la comprensione delle dinamiche che hanno portato a queste crisi; la seconda è diretta a organizzare le possibili soluzioni per il futuro.

L’Educazione Finanziaria in Italia

L’educazione finanziaria può essere definita come l’insieme delle conoscenze e delle competenze necessarie per prendere decisioni finanziarie informate e consapevoli. Questo include la comprensione di concetti fondamentali come il risparmio, l’investimento, il credito e la gestione del debito, nonché la capacità di pianificare il futuro finanziario personale e familiare.

Un buon livello di competenza finanziaria permette agli individui di evitare l’indebitamento eccessivo, di pianificare il proprio futuro pensionistico, di prendere decisioni informate sugli investimenti e di proteggersi da frodi finanziarie. 

Inoltre, una popolazione finanziariamente alfabetizzata contribuisce a un’economia più stabile e costante, riducendo il rischio di crisi finanziarie.

In Italia, l’educazione finanziaria ha tradizionalmente avuto un ruolo decisamente marginale, se non quasi inesistente, nei programmi scolastici. Solo recentemente si sono iniziati a vedere sforzi concreti per integrare l’educazione finanziaria nel curriculum educativo. Nonostante questi sforzi, il nostro livello di alfabetizzazione finanziaria rimane molto basso rispetto ad altri paesi sviluppati. 

Conseguenze della Scarsa Educazione Finanziaria

La mancanza di educazione finanziaria ha parecchie conseguenze negative per gli individui e la società nel suo complesso. A livello personale, per fare alcuni esempi, la scarsa competenza finanziaria può portare a decisioni economiche sbagliate, come l’assunzione di debiti eccessivi, investimenti rischiosi o la mancanza di pianificazione per il futuro. 

Questo può tradursi in una maggiore vulnerabilità finanziaria, con un impatto negativo sulla qualità della vita e sul benessere psicologico delle persone.

Inoltre, una popolazione con basse competenze finanziarie è più suscettibile a fenomeni di crisi e instabilità economica, e una scarsa educazione finanziaria riduce l’efficacia delle politiche economiche dato che i cittadini sono meno in grado di reagire correttamente a stimoli monetari.

Mala Gestio delle Banche Italiane Fallite

Il sistema bancario italiano ha visto negli ultimi anni il default (stato di insolvenza) di diverse banche, tra cui Banco Ambrosiano, Cassa di Risparmio di Prato, Banco di Napoli, Bipop, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza, Cassa di Risparmio di Ferrara, Veneto Banca, Banca Carige, Banca Popolare di Bari, Banca Etruria e altre ancora. 

Questi dissesti sono stati spesso attribuiti a una cattiva gestione da parte dei dirigenti bancari, che hanno preso decisioni finanziarie imprudenti, non hanno gestito adeguatamente i rischi e hanno spesso messo in atto pratiche commerciali scorrette.

Un esempio è quello di Banca Carige, la cui mala gestio ha portato diverse condanne per truffa, anche all’ottantenne “padre padrone” della banca per circa un quarto di secolo, che addirittura aveva fatto crescere la Carige fino a farla diventare la quinta banca italiana. Come, non si sa. Ma a poco a poco, però, la polvere esce da sotto il tappeto dov’era stata nascosta, e i miliardi prestati con tanta abbondanza ma poca lungimiranza cominciano a non rientrare. Si accumulano anno dopo anno, e alla fine superano i sette miliardi di euro.

Sembrerà strano, ma l’Istituto che ha acquisito Banca Carige ha “sborsato” la fantastica cifra di 1 Euro!

E ancora, un altro caso emblematico è quello di Banca Popolare di Vicenza, che nel 2017 è stata dichiarata insolvente. La banca era stata coinvolta in una serie di operazioni di aumento di capitale altamente rischiose e in pratiche di concessione del credito molto aggressive. La mancanza di trasparenza e la cattiva gestione del rischio hanno portato a perdite ingenti e, infine, al fallimento della banca. Anche Veneto Banca ha seguito un percorso simile, con una gestione imprudente che ha portato alla sua insolvenza.

Per le due banche venete l’importo pagato per la loro acquisizione è stato di 0,50 centesimi di Euro!

Le cause della mala gestio nelle banche italiane fallite sono state molteplici e complesse, e a titolo di esempio ne elenchiamo alcune, sintomo di maggiori vulnerabilità vissute dagli istituti in esame:

  • Governance Debole: spesso le banche fallite hanno mostrato una debolezza nella governance, con una scarsa supervisione da parte dei consigli di amministrazione e una concentrazione eccessiva di potere nelle mani di pochi dirigenti. Per governance si intende l’insieme dei princìpi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una società o di un’istituzione.
  • Cultura del Rischio Inadeguata: molti fallimenti sono stati il risultato di una cultura del rischio insufficiente, dove i rischi non sono stati correttamente identificati, valutati e gestiti.
  • Conflitti di Interesse: in alcuni casi, i dirigenti bancari hanno preso decisioni che avvantaggiavano i propri interessi personali a scapito della salute finanziaria della banca.
  • Pratiche Commerciali Scorrette: alcune banche hanno messo in atto pratiche commerciali come la concessione di crediti senza adeguate garanzie o la vendita di prodotti finanziari complessi e rischiosi a clienti non adeguatamente informati.
  • Influenza Politica: in alcuni casi, le banche hanno subito l’influenza di interessi politici, che hanno portato a decisioni imprudenti e a una gestione inefficace.

Impatti e Conseguenze

Il fallimento delle banche italiane ha avuto gravissime conseguenze economiche e sociali. A livello economico, i fallimenti bancari hanno portato a perdite finanziarie importanti per gli investitori e i risparmiatori, nonché a un aumento dell’instabilità finanziaria. 

Ciò ha contribuito a una riduzione della fiducia nel sistema bancario e a una maggiore difficoltà per le imprese e i privati nell’accesso al credito.

A livello sociale, i fallimenti bancari hanno avuto un impatto devastante su molte famiglie, che avendo perso i propri risparmi sono state costrette a rivedere i propri piani di vita. 

Inoltre, la mala gestio ha alimentato un sentimento di sfiducia e delusione nei confronti delle istituzioni finanziarie e delle autorità di regolamentazione, che non sono state percepite come capaci di proteggere adeguatamente gli interessi dei cittadini.

Collegamenti tra Educazione Finanziaria e Mala Gestio

L’analisi delle crisi bancarie italiane e della scarsa educazione finanziaria rivela una stretta connessione tra i due fenomeni. 

Da un lato, la scarsa educazione finanziaria ha reso i cittadini più vulnerabili alle pratiche scorrette delle banche. Molti risparmiatori non erano in grado di comprendere appieno i rischi associati ai prodotti finanziari offerti e si sono fidati ciecamente dei consigli delle banche, che hanno determinato perdite significative quando queste sono fallite.

Dall’altro lato, una popolazione finanziariamente alfabetizzata potrebbe esercitare una maggiore pressione sulle banche affinché operino in modo trasparente e responsabile. Una maggiore consapevolezza finanziaria tra i clienti bancari porterebbe a una domanda più informata di servizi finanziari, incentivando le banche a migliorare le proprie pratiche di gestione e a ridurre i rischi di mala gestio.

Soluzioni e Prospettive Future

Per affrontare il problema della scarsa educazione finanziaria, è fondamentale attivare politiche educative che integrino l’alfabetizzazione finanziaria nei programmi scolastici fin dai primi anni di istruzione. Questo può essere fatto attraverso corsi specifici, ma anche integrando concetti finanziari in altre materie. Inoltre, sarebbe molto importante promuovere anche l’educazione finanziaria tra gli adulti, attraverso campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione continua.

Per prevenire future crisi bancarie dovute alla mala gestio, è necessario rafforzare l’insieme dei principi, delle regole e delle procedure che riguardano la gestione e il governo di una banca. Questo include l’adozione di pratiche di gestione del rischio più rigorose, una maggiore trasparenza nelle operazioni bancarie e un controllo più efficace da parte delle autorità di regolamentazione. Inoltre, è essenziale ridurre i conflitti di interesse e garantire che le decisioni prese dai dirigenti bancari siano sempre orientate al benessere della banca e dei suoi clienti.

Inoltre, è importante che i clienti bancari abbiano accesso a informazioni chiare e comprensibili sui prodotti finanziari offerti, in modo da poter prendere decisioni informate.

Conclusioni

L’educazione finanziaria e la mala gestio delle banche sono due facce della stessa medaglia: una popolazione finanziariamente alfabetizzata è più consapevole e informata, e una buona governance bancaria è essenziale per proteggere i risparmiatori.