La frase che sentiamo più spesso da parte di lavoratori autonomi e imprenditori in fase di dichiarazione dei redditi è sempre la stessa “Mamma mia, anche quest’anno le tasse sono altissime”.

Ed è proprio da qui che vorrei partire per specificare alcuni concetti semplici, ma spesso sottovalutati dalla stragrande maggioranza dei contribuenti.

Le “maledette tasse” di cui sentiamo parlare, in realtà non sono altro che la somma di: imposte, tasse e contributi.

Ora, concentriamoci sul concetto di “tassa”: le tasse consistono in somme di denaro versate da cittadini e imprese allo Stato in cambio di servizi specifici.

Quindi, quando paghiamo questi tributi sappiamo esattamente cosa avremo in cambio. Un classico esempio è la TARI (per la raccolta dei rifiuti).

Per “imposta” si intende, invece, un prelievo subito dal cittadino in relazione alla propria capacità contributiva, in favore dello Stato.

Le imposte servono per finanziare servizi generali a carico dello Stato (come ad esempio, la sanità pubblica, l’istruzione, la sicurezza ed ecc.).

Quando paghiamo un’imposta, pertanto, non sappiamo in concreto cosa andremo a ricevere in cambio.

Esempi di imposte sono: l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), l’Imposta sul Reddito delleSocietà (IRES), l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP), e l’imposta sostitutiva per i contribuenti in c.d. regime forfettario.

Infine analizziamo i cosiddetti “contributi” che non sono altro che una “via di mezzo” tra le imposte e letasse: si tratta di un prelievo coattivo come un’imposta, volto a finanziare qualcosa che ci riguarderà personalmente in futuro.

In ambito previdenziale, i contributi sono i versamenti corrisposti dai contribuenti al proprio ente diprevidenza (INPS o casse professionali) al fine di accumulare il montante contributivo su cui verrà calcolatala loro futura pensione.

Dopo aver delineato le principali differenze tra tasse, imposte e contributi, possiamo concludere dicendo:

“Non sai quante imposte, tasse e contributi ho pagato quest’anno…”