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L’identità psicologica dei soldi
Anna Toffali

E se ti chiedessi quanto valgono per te i soldi? Da cosa capisci il loro valore? Veramente si traducono solo in numeri o in beni da poter o non poter acquistare? Che funzione ha per te il denaro? 

Queste sono alcune delle domande che mi sono posta nell’approcciarmi a scrivere questo articolo. Da psicologa-psicoterapeuta il mio compito è quello di andare ad indagare i significati che le persone danno alle parole, per comprendere meglio quale sia il loro punto di vista, al fine di poterli aiutare attraverso il loro sistema di significati. 

Il denaro non ha solo un valore economico, ma ha anche una componente psicologica, caratterizzata da pensieri che oltre dire qualcosa sulla capacità di acquisto, rimandano ad aspetti legati alla mia persona. Questi concetti possono essere più o meno forti a seconda della personalità e dei significati che ogni individuo dà al denaro. 

Il fatto che io possieda tanti soldi, cosa dice di me? O viceversa il fatto che io subisca una perdita finanziaria, cosa mi fa pensare di me? Sembrano domande banali, ma servono per cercare quali siano i significati che una persona attribuisce agli aspetti economici. 

Vi siete mai chiesti come mai ad un fallimento, soprattutto economico, siano associati stati di tristezza profonda o di ansia tali da compromettere la normale prosecuzione della vita quotidiana? Certo da una parte c’è la preoccupazione legata alla perdita economica, al pensiero di non riuscire a farcela a pagare le bollette, la scuola dei bambini, il mutuo, i finanziamenti, ecc. Ma c’è solo questo? 

Probabilmente no. La perdita porta con sé anche il cambiamento della propria immagine personale e di tutto il sistema di quei valori che per noi sono associati al denaro.

Questo aspetto però lo possiamo vedere anche in positivo (non sempre dobbiamo lavorare solo su quello che non va!). Pensiamo ad esempio ad una grossa vincita, anche in quel caso dobbiamo fare in modo che la nuova situazione si integri con il nostro sistema di valori e non è certo detto che in questo caso le cose siano più facili! 

È soprattutto quando noi attribuiamo al denaro una nostra caratteristica identitaria, che gli conferiamo un valore ancora più grande del valore economico. 

Più quindi lo consideriamo parte fondamentale della nostra identità, più sarà necessario lavorare su questi aspetti per far fronte a dei cambiamenti positivi o negativi che siano. 

Ma quindi che fare davanti a momenti di cambiamento dovuti a delle piccole o grandi perdite che ci possono portare a sofferenza anche psicologica? 

Sarebbe bello poter dare una pozione magica che possa andare bene per tutti, in tutte le situazioni e che magari possa anche evitare che le “cose brutte” accadono. Purtroppo, soprattutto nell’ambito della psicologia non funziona così e vi invito a drizzare le antenne quando vi propongono soluzioni pronte all’uso. 

In linea generale comunque il fatto di prendere consapevolezza con i propri pensieri e con i propri stati d’animo può essere un primo passo verso la gestione più efficace degli stati di sofferenza. Se questi ultimi si prolungano nel tempo, diventando ulteriore fonte di preoccupazione e tristezza e compromettendo il normale svolgimento delle attività quotidiane, la possibilità di richiedere un aiuto da parte di un esperto è funzionale a cercare di rimettere insieme i vari aspetti che compongono la nostra identità. 

Mi piacerebbe però lasciarvi anche con l’idea che anche in questo caso la prevenzione può essere di aiuto. Prevenzione intesa sia da un punto di vista economico, affidandomi a persone competenti e sicure che mi permettano di individuare un programma su misura, sia da un punto di vista psicologico per comprendere sia quali siano gli aspetti che definisco identitari, sia per essere consapevole dei valori che smuovono le mie scelte.